Viviamo in un tempo che ci abitua a sostituire: le cose, le immagini, le idee… perfino noi stessi. Ma io ho scelto altro. Ho scelto di aggiustare.
Aggiustare è un gesto di rispetto, prima ancora che di creatività. È guardare meglio, più a fondo. È partire da quello che c’è, capire se ha ancora qualcosa da dire, e trovargli un nuovo modo per farlo. Non tutto va rifatto da zero. Spesso serve solo qualcuno che sappia vedere il potenziale, pulirlo, metterlo in ordine, farlo brillare di nuovo.
È prendere un logo stanco e renderlo vivo.
Un catalogo confuso e farlo parlare.
Una foto sbagliata e farle dire la cosa giusta.
Un’idea abbozzata e darle forma, ritmo, senso.
Senza perdere quello che sei.
Senza buttare via il lavoro fatto finora.
Ma restituendogli valore.
Che tu sia un* professionista, un’azienda o un* privat*, non importa da dove partiamo: l’importante è sapere dove vuoi arrivare.